Le murrine romane (murrine romane) sono il risultato della collaborazione tra Carlo Scarpa e Paolo Venini , che ha deciso di creare una nuova serie di vetri ispirandosi alle antiche murrine della sua collezione personale.
Come appare evidente da alcuni disegni di Scarpa, questi sviluppò le idee di Venini progettando vasi e ciotole, la maggior parte dei quali furono prodotti ed esposti alla VI Triennale di Milano e alla XX Biennale di Venezia nel 1936.Per realizzare questi straordinari oggetti è stata adottata una tecnica in uso a Murano tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Bacchette di vetro intersecanti precedentemente realizzate, venivano unite a freddo e posizionate su una lastra metallica ricoperta di argilla, che veniva messa in una fornace a 700 gradi Celsius per fondere insieme le bacchette. Il pezzo di vetro così ottenuto veniva poi modellato utilizzando stampi aperti o strumenti da vetraio per creare un'ampia gamma di forme.
Le murrine “romane” presentavano una superficie particolarmente ruvida e irregolare, dovuta allo spessore variabile delle aste, che erano prevalentemente in vetro trasparente, con un nucleo dai colori vivaci. Questa tecnica fu ripresa nel 1940 per produrre due ciotole di forma rettangolare.
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