Si tratta di una bacchetta di vetro eseguita con lo stesso procedimento della murrina . Un fascio di canne di diverso colore viene preparato con un dato disegno, poi viene riscaldato fino al punto di fusione: due aste metalliche vengono poi fissate alle estremità della massa fusa mentre due maestri la estraggono e le danno un movimento rotatorio.
La fluidità dei materiali è tale che possono essere torti a piacimento per assumere al suo interno la caratteristica forma a spirale desiderata. Questa tipologia di oggetti era già conosciuta a Murano nel XVI secolo con il nome di vetro “a retortoli”.Il nome attuale di "zanfirico" è preso dal mercante veneziano dell'Ottocento Antonio Sanquirico che ripropose questa lavorazione. Nel corso degli anni '50 furono eseguiti con questa tecnica i raffinati vasi disegnati da Fulvio Bianconi . Il pittore Dino Martens ottenne i risultati più straordinari quando disegnò pezzi prodotti da Aureliano Toso unici per fantasia e accostamento di colori.
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