Si tratta di una variante della filigrana già conosciuta a Murano nel XVI secolo. Si ottiene unendo due vasi colonici sotto erica, ricoperti esternamente con sottili canne colorate, disposte l'una in senso orario e l'altra in senso antiorario.
Si forma così una rete avente una maglia di tipo romboidale.
Le differenze di spessore attraverso le aste, all'interno di ciascun quadrilatero, provocano la tipica bolla d'aria. Agli inizi del 1900 questa tecnica venne adottata da numerose vetrerie per realizzare servizi in vetro.
Gli esemplari più raffinati e perfetti sono quelli realizzati alla fine degli anni '20.
Oggetti soffiati di grandi dimensioni, aventi anche forme geometriche e lati estremamente sottili, nonostante le enormi difficoltà di esecuzione, furono realizzati da Giacomo Cappellin .
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