Una delle lavorazioni tradizionali più antiche già in uso nel XVI Secolo. Si effettua applicando a caldo sulla superficie di un oggetto una serie omogenea di canne di vetro trasparenti incolori, con l'anima di vetro colorato.
Le bacchette vengono preventivamente disposte su una piastra metallica, vengono riscaldate fino al punto di fusione, e poi viene fatto rotolare sopra un oggetto cilindrico, in modo che aderiscano ad essa. L'articolo viene quindi rifinito come desiderato. Tutte le più importanti vetrerie muranesi utilizzano questa tecnica che si presta egregiamente ad una vasta gamma di soluzioni decorative.
Il grande maestro Archimede Seguso fece ricerche approfondite e molti esperimenti negli anni '50 e '60 per modellare parzialmente alcune parti in filigrana e applicarle poi ai manufatti: furono così progettate alcune serie molto eleganti, come "spiraline", "composizione lattimo", vasi a "filigrana stellata", a "merletto" ed altri ancora.
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