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Yoichi Ohira

Yoichi Ohira

Yoichi Ohira, nato in Giappone, vive e lavora a Venezia dal 1973. I suoi vasi distintivi sono una miscela di estetica giapponese e tradizionali tecniche del vetro italiano.

Ohira osserva: "Vorrei creare un'opera utilizzando la mia sensibilità giapponese che sia sempre un vero riflesso della storia del vetro veneziano".
Alcune delle sue opere si concentrano sui colori brillanti visti nel vetro veneziano, mentre altre sono classicamente semplici, dimostrando gli aspetti perfettamente tecnici del suo lavoro.
Con l'intervento di Livio Serena e Giacomo Barbini Italia, Murano, 2001 Fusa, soffiata, incassata, tagliata; polveri colorate, intarsia) H: 15,9 cm, Diam: 31,1 cm; b) H: 11,3 cm, Diametro: 20,5 cm; c) H: 24,3 cm, Diam: 12,4 cm2001.3.18, 16a Commissione Rakow
Yoichi Ohira, che attualmente vive a Venezia, in Italia, è nato e cresciuto in Giappone. Si diploma alla Kuwasawa Design School di Tokyo nel 1969 e si trasferisce a Venezia nel 1973 per studiare scultura all'Accademia di Belle Arti.
Ohira inizia a lavorare il vetro a Murano presso il Centro Studio Pittori nell'Arte del Vetro di Murano (comunemente noto come Fucina degli Angeli ) nel 1973. Nel 1987 gli viene offerto il posto di direttore artistico presso la vetreria De Majo di Murano, dove lavora ha lavorato con alcuni dei maestri vetrai più esperti e talentuosi dell'isola.
Nel 1992, Ohira lasciò de Majo e iniziò la carriera di artista indipendente. Nel 1993 inizia la collaborazione con il maestro vetraio muranese Livio Serena. Nel 1995 il maestro tagliatore di vetro Giacomo Barbini si unisce al team artistico di Ohira.
Sebbene il vetro sia un materiale abbastanza nuovo per il Giappone, è il mezzo storico di Venezia. Ohira è un eccellente esempio di artista contemporaneo che non interpreta né adatta le tecniche italiane ma le trasforma. Trae ispirazione da entrambe le culture, convincendo i colori conviviali e luminosi del vetro muranese a integrarsi con le forme sobrie delle arti applicate giapponesi, che sono silenziose, sottili e radicate nella natura.
Questo trittico di vasi fa parte della serie Canti del cuore dell'artista. Si compone di tre forme che rappresentano diversi elementi del paesaggio: Cratere (Cratere), Lago (Lago) e Cascata (Cascata).
In quest'opera canne fuse, murrine fantasia e intarsi vengono ripresi sulla cerbottana e soffiati. Durante il processo di soffiatura vengono aggiunte polveri di vetro colorato. Nel cratere è presente la tipologia di murrine detta corazza della tartaruga . La superficie esterna rivestita di Lago e Cascata è leggermente battuta per suggerire il movimento e la riflessione della luce sull'acqua.

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