Di Michela Poli
Diventa eterotopia lo spazio che si apre all'altro, un luogo che può racchiudere nella sua essenza tutti gli altri luoghi. Un contenitore diventa un viaggio tra le possibilità, una scatola magica che fa emergere attribuzioni inaspettate ma possibili, l'arte, e il riconoscimento della stessa nelle rappresentazioni.
Intervenendo in questa interzona, può esplorare e portare alla luce le possibilità di questa incertezza e i sogni che possono stabilirsi al suo interno.
Parlando di Ugo Nepolo (Mosso Santa Maria, Biella, 1941), non si può non notare la potenza comunicativa di questo artista, attribuendogli il giusto merito di avere un suo spazio nella letteratura artistica contemporanea, sconfiggendone lo spirito volutamente diretto, obbediente al impulsi naturali della sua ispirazione. Sì, i tratti di Nespolo irrompono prepotentemente davanti agli occhi di chi sta davanti a loro, risaltano, e per molteplici ragioni.
Sul piano storico si rileverà la straordinaria intuitività con cui non segue mai una moda, perché, una volta diplomato all'Accademia Albertina di Belle Arti con Enrico Paulucci e conseguita la laurea in Lettere Moderne con una tesi in Semiotica, la sua produzione si caratterizzò subito con una spiccata impronta ironica e trasgressiva, con un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica, seguendo le orme di Fortunato Depero, che vedeva l'arte sotto un concetto ludico. I suoi esordi, le sue incursioni nel mondo dell'arte risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri movimenti concettuali e all'Arte Povera (mostre alla galleria Il Punto di Remo Pastori a Torino e Galleria Schwarz a Milano).
Annunciando tratti della successiva narrativa artistica e non solo in questa fase ma anche attraverso altre opere, negli anni Settanta Nespolo si appropria di un secondo mezzo espressivo, il cinema, soprattutto quello sperimentale e artisticamente orientato. Gli attori sono amici artisti, da Lucio Fontana a Enrico Baj, a Michelangelo Pistoletto. Questo impegno porta i suoi frutti: istituzioni culturali come il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Philadelphia Museum of Modern Art, la Filmoteka Polska di Varsavia e la Galleria Civica d'Arte Moderna di Ferrara hanno dedicato ampie retrospettive ai suoi film. Questi anni rappresentano una fase fondamentale nella carriera dell'artista: vince il Premio Bolaffi (1974) e realizza il "Museo" (1975-'76), un dipinto lungo dieci metri che segna l'inizio di un continuo trend di reinterpretazione, decostruire e reinventare l’arte degli altri. Quest'opera fu esposta per la prima volta nel 1976 al Museo Progressivo d'Arte Contemporanea di Livorno.
Nello stesso periodo inizia la sperimentazione di tecniche come il ricamo e l'intarsio, utilizzando diversi materiali tra cui vetro, alabastro, ebano, madreperla, avorio, porcellana e argento. In questo periodo produttivo nasce anche "L'albero dei cappelli", prodotto poi in serie come elemento decorativo.
Gli anni successivi, gli anni Ottanta, segnano l'apice di quello che chiamiamo il “periodo americano” per Ugo Nespolo. Dedica una parte dell'anno agli Stati Uniti, e le strade affollate, le vetrine abbaglianti e gli onnipresenti venditori di hamburger di New York City sono al centro della scena nei suoi dipinti, alimentati dalla sua inestinguibile passione artistica. Durante questo periodo matura anche una notevole esperienza nel campo dell'arte applicata. Nespolo rimane fedele ai principi delle avanguardie storiche, sforzandosi di "dare vita all'arte", fermamente convinto che l'artista contemporaneo debba trascendere i confini imposti dalle convenzioni tardo-romantiche del passato.
Ne sono testimonianza i circa cinquanta manifesti realizzati per diverse mostre ed eventi (tra cui Azzurra, Il Salone Internazionale dell'Auto di Torino, la Federazione Nazionale della Vela), il calendario Rai del 1986, le scenografie per la produzione americana (Stamford) di La Turandot di Busoni e le sigle della Rai (come "Indietro Tutta" con Renzo Arbore). Nel 1986 Genova celebra i vent'anni di attività artistica di Nespolo con una mostra retrospettiva a Villa Croce dal titolo "La Bella Inquietudine".
Nel 1990 il Comune di Milano gli dedica una grande mostra a Palazzo Reale. Lo stesso anno vede prestigiose collaborazioni artistiche, tra cui una campagna pubblicitaria per Campari, scenografie e costumi per Don Chisciotte di Paisiello al Teatro dell'Opera di Roma, e una mostra di ceramiche – ritrovato interesse di Nespolo – nell'ambito della Biennale Internazionale di Ceramiche e Antichità al Palazzo delle Esposizioni di Faenza.
Nel 1991 ha partecipato al Festival Internazionale della Ceramica, Ceramic World Shigaraki, tenutosi in Giappone. L'anno successivo la Borghi & C. Gallery di New York ospita "A Fine Intolerance", una mostra personale composta sia da dipinti che da ceramiche.
Nel 1994 si è tenuta una personale cinematografica patrocinata dalla Regione Valle d'Aosta alla Tour Fromage di Aosta.
L'anno successivo, nel 1995, Nespolo realizza scenografie e costumi per “L'Elisir d'Amore” di Donizetti al Teatro dell'Opera di Roma, all'Opera di Parigi, Losanna, Liegi e Metz.
Sempre nel 1995 si tiene la mostra retrospettiva "Casa d'Arte Nespolo" al Palazzo della Permanente di Milano e la mostra personale "Pictura si instalatu" a Bucarest, curata dal Ministero della Cultura rumeno.
Nel maggio 1996 si inaugura la mostra personale "Le Stanze dell'Arte" presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino, organizzata dalla Regione Piemonte. Pochi mesi dopo, Ugo Nespolo assume il ruolo di direttore artistico della Richard-Ginori.
Nel mese di aprile del 1997, il Museo di Belle Arti di La Valletta, Malta, gli ha dedicato una mostra personale. C'è stata anche una mostra itinerante in America Latina, iniziando da Buenos Aires (Museo Nacional de Bellas Artes) e proseguendo fino a Cordoba (Centro de Arte Contemporaneo de Cordoba, Chateau Carreras), Mendoza (Museo Municipal de Arte Moderno de Mendoza) e Montevideo. (Museo Nazionale delle Arti Visive).
Perfettamente in linea con lo scorrere del tempo, il percorso artistico di Ugo Nespolo si è evoluto. Nei primi mesi del 2001 torna al cinema con "FILM/A/TO", interpretato da Edoardo Sanguineti e prodotto dal Museo Nazionale del Cinema di Torino per la retrospettiva "Torino, berceau du cinéma italien" al Centre Pompidou di Parigi. . L'anno successivo viene nominato consulente e coordinatore per la comunicazione artistica nelle nascenti stazioni della metropolitana di Torino.
Anche il 2003 è stato un anno degno di nota, poiché tra i suoi tanti impegni artistici, l'inaugurazione della nuova sede Alitalia a New York ha avuto un posto di rilievo con le sue opere.
Il percorso artistico di Ugo Nespolo non finisce qui. Si può semplicemente osservare la sua pagina social, dove le sue opere sono divise per tipologia, tra arte povera, arte applicata, Flexus, ceramiche, sculture e vetrerie, tutte specchio del suo genio creativo legato ad un istinto naturale che è parte integrante del suo vita.
La straordinaria capacità creativa di Ugo Nespolo e la sua voglia di sperimentazione lo hanno portato a stabilire una cifra artistica fortemente distintiva nella potenza espressiva del colore e nella decostruzione e ricostruzione della realtà attraverso la tecnica dei “puzzle”. Le opere di Nespolo consistono in composizioni fantasiose e a zigzag costituite da una serie di pezzi di legno sagomati e dai colori vivaci. Questi pezzi, come piastrelle monocromatiche intense e lucide, sono assemblati in modo intricato in vari modi per formare figure e ambienti dai contorni irregolari. Ciò si traduce in un’interazione complessa e altamente intellettuale di riferimenti, associazioni e connessioni con la realtà. Nelle sue creazioni è notevole il dialogo continuo tra materia, arte e design.
Nespolo, insieme al collega e amico Mario Schifano, fondò il Cinema degli Artisti, ispirandosi al movimento New American Cinema. Da quella "fabbrica di spaghetti" uscirono vere e proprie opere d'arte in formato 8mm, tra cui titoli come "Grazie Mamma Kodak", "La galante avventura del cavaliere dal lieto volto" e "Buongiorno Michelangelo".
Autore: Michela Poli
Sito ufficiale: Ugo Nespolo
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