Nato a Murano nel 1934, cresciuto nell'ambiente della “bottega chiusa” della confraternita del vetro veneziano a Murano, ha imparato fin dalla tenera età il complesso linguaggio della lavorazione del vetro. Negli anni '50 disegna oggetti per l'azienda Vinicio Vianello .
Nel periodo 1966-67 lavorò presso lo studio Venini dove vide all'opera alcuni tra i più grandi designer, tra cui il finlandese Tapio Wirkkala e l'architetto Carlo Scarpa .
La prima occasione che Tagliapietra ebbe per mostrare il suo talento fu la mostra di San Niccolò (il santo patrono dei vetrai). Questo evento annuale a Venezia era l'unica vetrina per i vetrai muranesi, che altrimenti trascorrevano la vita al servizio dell'industria. In questa occasione Lino realizzò il primo dei suoi pezzi su Saturno.
Nel 1976 assume la direzione artistica di "EffeTre International" e contemporaneamente collabora con artisti internazionali che lo portano al Centro Internazionale di Ricerca sur le Verre ( CIRVA ) di Marsiglia.
Lino collaborò anche con l'ultimo designer Andreas Dirk Copier che incontrò per la prima volta nel 1976. Insieme produssero alcuni bellissimi oggetti, che furono esposti al Geementemuseum dell'Aia nel 1982.
Lino lasciò Venezia per la prima volta nel 1979, quando tenne la prima delle sue numerose lezioni alla Pilchuck glass school di Seattle. Da quel momento si innamorò dell'atteggiamento di mentalità aperta degli americani.
Nel 1986 Lino Tagliapietra lascia il suo lavoro presso l'industria del vetro veneziana per dedicarsi alla collaborazione con gli altri e lavorare alla propria creazione in vetro.
Da questo momento non fu più obbligato a rispettare il corrispettivo commerciale. La sua tavolozza di colori diventa più ricca, con drammatici effetti cromatici vorticosi.
Nel luglio 1988 Dale Chihuly gli chiese di collaborare ad una serie ispirata al vetro veneziano degli anni '30.
La pressione di produrre le proprie opere per le mostre lo ha incoraggiato ad ampliare i suoi orizzonti. Ha inventato una gamma di nuove forme che sono riconoscibilmente sue e le sue navi sono cresciute in scala. Il suo lavoro divenne molto più espressivo e titoli come “finestra della cattedrale”, “Venere di Lino”, “autunno”, “piume” (piume) ed “eden” sono indicativi del suo desiderio di catturare una gamma più ampia di impressioni nel vetro. Nel 1998 per la seconda Biennale del vetro “Venezia Aperto Vetro” realizza una serie di lunghe gondole disposte in gruppi sospesi. L'effetto è stato un tripudio di colori e, in questa ambientazione – una stanza del Palazzo Ducale – una toccante dichiarazione in vetro.
L'entusiasmo di Tagliapietra, il suo grande amore per il vetro e la sua generosità verso i colleghi artisti lo hanno reso una delle personalità più amate nel suo campo. Ha lasciato un segno incredibile nel vetro della fine del XX secolo e in un corpus di opere che hanno dato nuovo significato e nuova vita al mondo del vetro veneziano.
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